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Design: Milano, sboccia ‘Future Flowers’, l’istallazione di Libeskind

Design: Milano, sboccia ‘Future Flowers’, l’istallazione di Libeskind

L’opera trova la sua cornice all’interno della manifestazione di Interni. Visitabile fino al 24 maggio prossimo, è “una composizione dedicata alla gioia della luce, del colore, e alla magia della linea retta”. Partendo da uno dei disegni di Libeskind, il risultato è una composizione di linee e piani strutturata su pannelli Materia e colore si intrecciano e nasce ‘Future Flowers’ l’istallazione dell’architetto Daniel Libeskind che trova la sua cornice all’interno della manifestazione di Interni all’università Statale di Milano. Realizzata nel cortile Farmacia e visitabile fino al 24 maggio prossimo, è “una composizione dedicata alla gioia della luce, del colore, e alla magia della linea retta” racconta l’architetto.

Partendo da uno dei disegni di Libeskind della serie ‘Chamberwork’, poi sviluppato tridimensionalmente, il risultato è una composizione di linee e piani strutturata su pannelli, piegati e tagliati, arricchiti della densità e dei colori della nuova tavolozza ideata appositamente da Oikos per Libeskind. L’effetto cercato è la riflessione della luce secondo una pluralità di angolazioni che anima lo spazio facendolo vibrare. Le superfici, rosso Libeskind, tendono al cielo, il lucido rivestimento produce un’infinità di riflessioni luminose contribuendo a rendere visibile la materia che si fa immagine.

“Non sono classici fiori“, spiega Libeskind, “li ho immaginati io attraverso elementi architettonici di design con il prezioso contributo del team Oikos”. Il colore “è essenza stessa della vita” per l’architetto statunitense “e il rosso è il colore della mia vita”, afferma senza esitazioni spiegando come l’opera “è capace di dimostrare come il singolo colore possa rappresentare da solo uno spettro di colori“. L’opera “si snoda – spiega Lev Libeskind, figlio dell’architetto e amministratore delegato dello studio di architettura e design di famiglia – in due chilometri di metallo”. Un’opera dove “la scelta del colore diventa basilare e dove lo stesso ha una profondità e un’unicità che accresce la capacità espressiva“, sottolinea Giuseppe Blengini, direttore tecnico della Libeskind design.

Arte, architettura sostenibile e artigianalità sono gli elementi cardine sui quali si basa la collaborazione tra Libeskind e Oikos, per esprimere la sintesi tra maestria artigiana, produzione artistica e industriale. “Essendo in Italia – spiega Lev Libeskind – abbiamo cercato di sfruttare l’eccellenza, la storia e la modernità del made in Italy e in Oikos abbiamo trovano i nostri stessi valori di ricerca, sviluppo, innovazione e spirito creativo”. Una collaborazione – 33 finora i nuovi colori di Daniel Libeskind per Oikos – “che rappresenta – spiega Claudio Balestri presidente Oikos – una sfida per il nostro laboratorio di ricerca e sviluppo per cercare nuovi colori, nuove sfumature”.

Nel Dna dell’azienda – che nel 2014 ha festeggiato il traguardo dei 30 anni di attività – “c’è la sostenibilità, la ricerca dell’innovazione. Fin dalla nascita, Oikos è stato precursore nell’utilizzare materiali naturali, ora siamo anche attivi nel riuso di scarti di materia per dare una seconda vita ai prodotti”, aggiunge. L’obiettivo, sottolinea “è quello di abbinare le vecchie tecniche di ricerca di artigianalità ai prodotti sostenibili”, perché “si può pensare al business salvaguardano il nostro ambiente e la salute delle persone“.

Tra i prossimi progetti “la realizzazione di un libro sulla materia, sul colore, sulle ispirazioni”, poi aggiunge Balestri “vediamo di completare il lavoro della selezione dei colori. Siamo due menti che continuano a lavorare verso l’innovazione, sicuramente ci saranno altre belle sorprese”. Un connubio non solo artistico, ma anche ne segno della sostenibilità. “Sono 30 anni – sottolinea Balestri – che porto avanti questi concetti, non li abbiamo mai abbandonati, anche nei momenti iniziali di difficoltà quando era più facile lavorare con i prodotti che in quel momento non erano sostenibili, però la grande soddisfazione di aver avuto ragione e oggi il mondo finalmente va in quella direzione. I grandi maestri devono imporre la sostenibilità nei loro progetti perché loro progettano il futuro e il futuro deve rispettare l’ambiente“.

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